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Infezione da papillomavirus umano (HPV)

Categoria: Approfondimenti

Infezione da papillomavirus umano (HPV)

L’HPV (Human Papilloma Virus) è un virus comune che si trasmette prevalentemente attraverso i rapporti sessuali. 

Ne esistono circa 100 tipi differenziati in base al genoma. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi (specie tipo 6 e 11), altri sono in grado di produrre lesioni pre-invasive (displasie)ed invasive, cioè il cancro al collo dell’utero (specie tipo 16 e 18).

Generalmente il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa cinque anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere di decenni.

Solo nel 10 per cento circa delle donne contagiate dal virus l’infezione può diventare cronica: se il virus responsabile appartiene alla categoria dei virus "ad alto rischio", le lesioni a livello dell’apparato genitale - e in particolare a livello del collo dell’utero - possono trasformarsi nel giro di qualche anno (in media, dai 7 ai 15 anni) in una lesione tumorale. Grazie alla lentezza con cui questo processo si verifica, è possibile identificare precocemente una lesione genitale "pericolosa" sottoponendosi regolarmente ad un Pap-test. È infatti provato che il rischio di ammalarsi di tumore alla cervice uterina aumenta notevolmente solo nelle donne che non si sottopongono regolarmente a questo test.

Il tumore della cervice uterina è stata la prima neoplasia ad essere riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come totalmente riconducibile ad una infezione: essa è infatti causata nel 95 per cento dei casi da una infezione genitale da papillomavirus umano.

In Italia vengono diagnosticati ogni anno circa 3500 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina ed oltre 1500 donne muoiono a causa di questo tumore.

Per questo, la prevenzione del carcinoma è stata basata fino ad ora su programmi di screening, che consentono di identificare le lesioni precancerose e di intervenire prima che evolvano in carcinoma.

La attuale disponibilità sul mercato di un vaccino apre la strada ad una possibile prevenzione primaria del carcinoma della cervice.

E’ opportuno ricordare che il vaccino affianca ma non sostituisce, lo screening periodico, attualmente raccomandato per le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni.

Negli ultimi vent’anni, la mortalità per tumore dell’utero è diminuita di oltre il 50%, passando da 8,6 casi ogni 100 mila donne nel 1980 a 3,7 casi ogni 100 mila donne nel 2002.

A cura del MINISTERO DELLA SALUTE

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