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Poliomielite

Categoria: Approfondimenti

Poliomielite

La polio, o poliomielite, è una malattia infettiva causata da poliovirus appartenenti al genere Enterovirus. 

Esistono tre sierotipi di poliovirus: 1, 2, e 3. 

Le cellule umane sono provviste di specifici recettori proteici ai quali i poliovirus possono aderire e quindi penetrare nelle cellule suscettibili. Il virus infetta le cellule dell'orofaringe, le tonsille, i linfonodi del collo e l'intestino tenue. L'infezione evolve attraverso cicli di replicazione virale, determinando la distruzione delle cellule infette. Una volta instaurata l'infezione, i poliovirus possono raggiungere il sistema nervoso centrale attraverso la barriera emato-encefalica, tramite il torrente ematico o attraverso le fibre nervose. Quando soggetti non immuni sono esposti a poliovirus selvaggi si possono avere infezioni inapparenti prive di sintomi, con pochi sintomi (febbricola, nausea, diarrea), meningiti asettiche, o forme paralitiche. Solo l'1% circa delle infezioni si manifesta come malattia riconoscibile clinicamente.

Il periodo di incubazione varia da 4 a 35 giorni, tipicamente 7-14 giorni. I sintomi clinici iniziali possono includere febbre, affaticamento, mal di testa, vomito, costipazione (o meno comunemente diarrea), indolenzimento del collo e dolore agli arti. La moltiplicazione virale distrugge i neuroni motori che non rigenerano, esitando nell'inabilità funzionale dei muscoli interessati, anche se in alcuni casi è possibile recuperare la funzionalità muscolare in modo completo. Non esistono farmaci in grado di curare questa malattia; l'unica possibilità è rappresentata dalla prevenzione attraverso vaccinazione.

L'Italia è libera da poliomielite dagli anni 80 (ultimi due casi indigeni nel 1982) grazie agli altissimi livelli di copertura vaccinale (superiore al 95%). Attualmente la poliomielite rimane endemica in 10 paesi dell'Africa e del sub-continente indiano.

Come si trasmette

Il virus si trasmette da persona a persona. I poliovirus possono essere diffusi tramite goccioline respiratorie originate dal tratto respiratorio superiore durante i primi giorni di infezione. Più comunemente le persone infette eliminano grandi quantità di particelle virali con le feci, dalle quali il virus può essere trasmesso indirettamente o direttamente ad altre persone.

I poliovirus in natura

Nelle persone immunocompetenti i poliovirus possono essere rilevati nell'orofaringe per 1-2 settimane, nel sangue per circa 1 settimana, nelle feci per 1-2 mesi dopo l'infezione iniziale. Nei casi fatali i poliovirus possono essere rilevati nelle feci, nel contenuto intestinale, nei linfonodi, nel tessuto cerebrale e nel midollo spinale. Poiché meno dell'1% delle infezioni esita in poliomielite, molti bambini "sani" diffondono il virus durante periodi di alta prevalenza.

Nei soggetti immunocompetenti non esiste lo stato di portatore a lungo termine, indipendentemente dal decorso clinico. E' stata però dimostrata la persistente eliminazione di poliovirus derivati dal vaccino orale in soggetti immunodepressi con deficit dell'immunità umorale.

L'uomo rappresenta la sola riserva animale di poliovirus, benché anche i primati più in alto nella scala evolutiva possano essere infettati sperimentalmente e talvolta naturalmente. I poliovirus presenti nell'ambiente sono diretta conseguenza di infezioni recenti per la polio della comunità umana.

La contaminazione del suolo con poliovirus si verifica attraverso la fecalizzazione degli ambienti vicino alle abitazioni, la fertilizzazione delle messi con contenuti fognari o con acque reflue non adeguatamente trattate, e con le acque di scarico riciclate per l'irrigazione. I poliovirus nelle acque reflue riflettono la prevalenza dell'infezione nella comunità. La contaminazione delle acque superficiali può avvenire attraverso la discarica di acque reflue non trattate o inadeguatamente trattate o percolate attraverso suolo contaminato.

Sopravvivenza dei poliovirus

I poliovirus sono resistenti all'inattivazione tramite i comuni disinfettanti di laboratorio come alcool e cresoli. Sono prontamente inattivati da soluzioni diluite di formaldeide o cloro libero residuo, raggi ultravioletti, calore ed essiccamento. L'inattivazione può essere rallentata dalla contemporanea presenza di materia organica. La velocità di inattivazione virale in natura è fortemente influenzata dalle condizioni ambientali. L'infettività dei poliovirus nel suolo decresce del 90% ogni 20 giorni in inverno ed ogni 1,5 giorni in estate. Una simile riduzione del 90% a temperatura ambiente avviene ogni 26 giorni nelle acque reflue, ogni 5,5 giorni nell'acqua potabile ed ogni 2,5 giorni nell'acqua di mare.

In condizioni di laboratorio, il virus contenuto in campioni clinici o ambientali può sopravvivere per molti anni alle temperature di congelamento, per molti mesi in condizioni di refrigerazione, e per alcuni giorni a temperatura ambiente. Il virus è rapidamente distrutto dall'esposizione a temperature di 50°C o più, dall'autoclavaggio o dall'incenerimento.

A cura del MINISTERO DELLA SALUTE

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