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La Borrelia burgdorferi è l'agente etiologico della malattia di Lyme, un affezione multiorganica, divisa in tre stadi, che può colpire la pelle, il cuore, le articolazioni e l'encefalo oltre che i nervi periferici. L’infezione è causata sia dall'invasione diretta attraverso un morso di questi batteri gram negativi (spirochete del genere borrelia), che dalla violenta e sregolata reazione autoimmune in alcuni soggetti. Il primo sintomo della malattia di Lyme in genere è un eritema cutaneo di piccole dimensioni. Spesso l’eritema è accompagnato da febbre, mal di testa, rigidità del collo, dolori muscolari e spossatezza. Se non vengono curate in tempo, oltre metà delle vittime finiscono per accusare dolori e gonfiore alle articolazioni, che durano anche mesi. Per le donne in stato di gravidanza, la malattia è ancora più pericolosa perché l’infezione può essere trasmessa al nascituro e può aumentare il rischio di aborto spontaneo. La ricerca di anticorpi (IgG e IgM) identifica tutte e tre le specie di B. burgdorferi.Nelle infezioni fresche, le IgM contro B. burgdorferi sono di regola osservabili alcuni giorni prima delle IgG e persistono spesso per molti mesi o anni, persino se non vi sono delle IgG specifiche per la borrelia. L’identificazione delle IgM, pertanto, non consente alcun apprezzamento certo dell’acuità o dell’attività di un’infezione da borrelia ma serve prevalentemente per aumentare la sensibilità dell’identificazione degli anticorpi nella fase precoce dell’infezione. Per la valutazione dell’attività dell’infezione sono determinanti le manifestazioni cliniche.
Campione: sangue
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