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Il triptofano è un aminoacido presente in molte proteine di origine animale e vegetale. Si tratta di un nutriente essenziale, cioè che non può essere sintetizzato dall’organismo e che quindi deve essere necessariamente assunto attraverso il cibo.
Oltre a partecipare alla sintesi delle proteine (e quindi svolgere un ruolo strutturale nell’organismo) il triptofano è il precursore della serotonina, ormone che agisce come neurotrasmettitore, controlla l’umore a livello cerebrale e provoca il restringimento dei vasi sanguigni.
Per questo motivi il triptofano viene proposto per migliorare le performance atletiche, combattere la depressione, l’ansia e l’insonnia, per aiutare a smettere di fumare e contro il disturbo da deficit di attenzione/iperattività e la sindrome di Tourette. Inoltre gli integratori a base di triptofano vengono consigliati in caso di apnee del sonno, dolori al volto, forme gravi di sindrome premestruale e bruxismo.
Le prove scientifiche a disposizione non sono però sufficienti a certificare la bontà di queste proposte d’uso, e non risulta che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) abbia approvato i claim proposti per i prodotti contenenti triptofano, L-triptofano o 5-idrossitriptofano, il precursore della serotonina in cui il triptofano viene convertito una volta nell’organismo.
Avvertenze e possibili controindicazioni
L’assunzione di triptofano potrebbe interferire con i trattamenti a base di antidepressivi che agiscono aumentando il livello di serotonina nel cervello, come i MAO inibitori. Inoltre il triptofano potrebbe aumentare la sonnolenza associata all’assunzione dei sedativi.
L’assunzione di triptofano è stata associata a bruciori e dolori allo stomaco, eruttazioni e gonfiori addominali, nausea e vomito, diarrea, perdita dell’appetito, mal di testa, sensazione di avere la testa leggera, sonnolenza, secchezza delle fauci, vista sfocata, debolezza muscolare e problemi nella sfera sessuale. Può essere controindicata in caso di problemi renali o epatici, gravidanza e allattamento, e dovrebbe essere evitata da chi soffre di eosinofilia, perché è stata associata alla cosiddetta sindrome eosinofilia-mialgia.
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