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BAP test = biological antioxidant potential

Categoria: Esami Sangue

Il BAP test (biological antioxidant potential) consente di determinare l’efficienza della barriera antiossidante plasmatica – l’insieme delle proteine, delle vitamine e di altre sostanze in grado di contrastare la reattività
dei radicali liberi e dei ROM – in termini di attività ferro-riducente.
Valori bassi indicano una ridotta efficienza della barriera antiossidante plasmatica.

Evidenze scientifiche dimostrano che i radicali liberi sono mediatori importanti del danno cellulare e tissutale in numerose quanto comuni ed invalidanti malattie, quali l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, l’obesità, etc.
Parallelamente, i risultati di un numero consistente di studi sperimentali e clinici sono concordi nell’affermare che una corretta integrazione antiossidante, quando indicata, riequilibrando il bilancio ossidativo, può contribuire in maniera efficace alla prevenzione ed alla terapia di molte patologie da stress ossidativo.

Chi dovrebbe sottoporsi periodicamente a valutazione dello stress ossidativo:
 
a) tutti i soggetti sani, perché non esiste individuo che non sia esposto al rischio di produrre – in senso assoluto o relativo – quantità eccessive di specie reattive. La finalità primaria della valutazione, infatti, è quella di identificare e prevenire lo stress ossidativo e le sue conseguenze indesiderate (invecchiamento, malattie).
 
b) tutti quei soggetti, apparentemente sani dal punto di vista clinico, ma che sono esposti per varie ragioni a fattori in grado di aumentare la produzione (radiazioni, inquinanti, fumo, ecc.) e/o ridurre l’inattivazione di specie reattive (es. regimi alimentari squilibrati). La finalità della valutazione è, anche in questo caso, identificare precocemente e prevenire lo stress ossidativo e le sue conseguenze.
 
c) Un’attenzione particolare andrebbe rivolta a tutti i soggetti affetti da quelle patologie – almeno un centinaio – che risultano in qualche modo correlate con lo stress ossidativo, dalla demenza senile al m. di Parkinson, dall’ictus all’infarto, dal m. di Crohn all’artrite reumatoide, dall’AIDS ad alcune neoplasie e così via. In tutti questi casi la finalità dei vari test è quella di monitorare lo stress ossidativo e prevenirne le sue conseguenze, monitorare l’efficacia della terapia specifica sulla patologia in atto e, aspetto non trascurabile, monitorare l’efficacia della terapia specifica, in associazione con l’eventuale trattamento antiossidante integrativo, sullo stress ossidativo associato alla patologia in atto. Riguardo a quest’ultima finalità, occorre ribadire che in molte delle patologie sopra elencate, quasi tutte ad andamento cronico, lo stress ossidativo tende a configurarsi come un fattore di rischio aggiuntivo e, come tale, deve essere controllato per rendere ottimali i risultati della terapia. In altri termini, l’evidenza, attraverso i vari test, di una condizione di stress ossidativo costituisce un indice di controllo incompleto della malattia e, pertanto, suggerisce al clinico un approccio terapeutico integrato ove trovino adeguata collocazione non solo i farmaci o gli interventi chirurgici tradizionali, ma anche la correzione dello stile di vita e, eventualmente, l’assunzione di antiossidanti.
 
d) tutti i soggetti sottoposti ad interventi terapeutici sia di tipo farmacologico (es. antiblastici, pillola, ecc.) sia di tipo chirurgico (es. trapianti di organo, interventi di rivascolarizzazione, ecc.), compresa la dialisi, in grado di compromettere il bilancio ossidativo in senso proossidante. La finalità è quella di identificare e prevenire lo stress ossidativo e le sue conseguenze e, in particolare, monitore l’efficacia di eventuali misure messe in atto per prevenire il danno tissutale da stress ossidativo.
In conclusione, la valutazione dello stress ossidativo dovrebbe entrare nell’ “armamentario” del clinico perché essa consente non solo di rilevare in anticipo, rispetto alle manifestazioni cliniche, una condizione di sofferenza cellulare diffusa, ma anche di monitorare l’efficacia di trattamenti specifici e/o an5 tiossidanti. Questo approccio, nel tempo, contribuirà a migliorare la qualità della vita del paziente e ad abbattere la morbilità e/o la mortalità di un gran numero di patologie correlate con un’alterazione del bilancio ossidativo, con favorevoli ripercussioni sui relativi oneri sociali e finanziari che gravano spesso in maniera pesante sull’intera comunità.

Fonte H&D srl 
Campione: sangue
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